Riassunto
I primi anni di Arminio erano trascorsi sotto uno straordinario bom bardamento di stimoli e di esperienze che ne avrebbero in seguito condizionato comportamenti e ambizioni, finendo per rovinargli l’esistenza. Era un bambino vivace, sensibile e vitale, che viveva in un contesto privilegiato, entro una grande isola verde protetta dal mondo esterno, con spazi ampi e sicuri, adattissimi ai giochi infantili che egli condivideva con gli altri ragazzi dell’Osservatorio, figli del personale scientifico e tecnico e dei coloni cui era affidata la cura del comprensorio. Era la madre a prowedere all’educazione sua e di Emilia, la sorella nata nel 1842. Un’enorme fortuna e una chance che Giuseppina non aveva avuto. Nessuno meglio di lei poteva sapere quanto fosse difficile acquisire anche soltanto gli elementi di una formazione di base, e di certo si prodigò per dare ai propri figli la migliore preparazione. Fu questa esperienza di madre-maestra a sensibilizzare la Guacci al problema dell’analfabetismo imperante nel Regno delle Due Sicilie, spingendola a intraprendere la campagna contre l’ignoranza e l’incultura delle classi più povere.
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Capaccioli, M., Galano, S. (2012). Infanzia e giovinezza di un aspirante genio. In: Arminio Nobile e la misura del cielo. i blu - pagine di scienza. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-2640-7_6
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DOI: https://doi.org/10.1007/978-88-470-2640-7_6
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