Riassunto
Dopo che tutte le Mercury 13 furono tornate a casa, Randy Lovelace inviò a ciascuna di loro una lettera formale di congratulazioni, chiedendo se fossero disposte a passare allo stadio successivo dei test. Tutte risposero positivamente. Il medico non era ancora certo di dove esattamente si sarebbero svolte quelle nuove prove, ma sapeva di voler testare le donne in gruppo in un laboratorio militare, dove le aviatrici avrebbero potuto sottoporsi ai test di simulazione di volo spaziale in una centrifuga e provare l’esperienza della camera ipobarica, e magari addirittura pilotare un jet. La collaborazione con la Wright-Patterson Air Force Base era fuori questione malgrado l’ampia rete di contatti di Lovelace all’interno della struttura, risalenti al periodo in cui era stato direttore dell’Aeromedical Laboratory. L’opposizione che Don Flickinger aveva incontrato due anni prima, allorché desiderava che Jerrie Cobb iniziasse i propri test presso la Wright, aveva chiarito la posizione dell’Air Force riguardo alle candidate astronaute. Quello che Flickinger definÌ “l’infelice annuncio della Nichols” aveva stroncato ogni possibilità di cooperazione. Lovelace raccomandò alle donne di lavorare sul proprio condizionamento muscolare mentre lui si dava da fare per procurare un sito, poiché prevedeva che i test successivi avrebbero richiesto loro una notevole resistenza fisica [1].
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Ackmann, M. (2011). Programma Venus. In: Mercury 13. I blu. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1992-8_7
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