Riassunto
Era il 1950 quando AlanMathison Turing,uno tra i più grandimatematici al mondo e inventore della famosa “macchina di Turing”1, pubblicò sulla rivista Mind l’articolo “Computing Machinery and Intelligence”.Nella pubblicazione veniva descritto un esperimento concettuale in grado di stabilire se unamacchina per elaborazione dati (computer) fosse potenzialmente capace di simulare una mente “pensante”. Sostanzialmente l’esperimento, noto come test di Turing, si basava sul gioco dell’imitazione e si fondava sulla presenza di un esaminatore che aveva il compito di capire attraverso una serie di domande se il suo interlocutore fosse di sesso maschile o femminile.
La macchina di Turing è concettualmente una macchina che può essere intesa come un congegno ideale, che può trovarsi in stati determinati e che agisce in funzione di stringhe strutturate su regole ben precise. Rappresenta il primo modello di calcolo a cui si deve lo sviluppo dei moderni computer. La maggiore delle peculiarità è quella di essere retta da regole molto semplici e inoltre è possibile presentare sinteticamente le sue evoluzioni mediante descrizioni meccanicistiche piuttosto intuitive. La macchina di Turing rappresenta, ancora oggi, un efficace strumento teorico molto utilizzato nella teoria della calcolabilità e nello studio della complessità degli algoritmi.
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Riferimento
Termine ideato da B.J. Fogg (psicologo sperimentale che dirige il Persuasive Technology Lab della Stanford University), che deriva dall’espressione “Computers As Persuasive Technologies”. La captologia tratta “la progettazione, la ricerca e l’analisi di prodotti interattivi creati allo scopo di modificare l’atteggiamento e il comportamento delle persone” (tratto da: Fogg, B.J. (2003) Tecnologia della persuasione, Apogeo, Milano). N.B. Alcune parti del presente capitolo sono state estrapolate dalla pubblicazione: Teti, A. (2009) “La persuasione nell’era digitale”, GNOSIS — Rivista Italiana di Intelligence 3.
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Teti, A. (2011). La captologia: la tecnologia della persuasione in Rete. In: PsychoTech Il punto di non ritorno. I blu. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1815-0_8
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