Riassunto
Alle mamme si perdona tutto, anche quando esibiscono il loro bambino di poche settimane nella culla ed estasiate gorgheggiano: “Guarda come sorride, mi ha riconosciuta!”. In realtà, un bambino di qualche settimana non è in grado di riconoscere nessuno, è ancora troppo impegnato a districarsi in quello strano mondo nel quale è piombato, fatto di luce e di buio, di freddo e di fame. Abituato al tepore della placenta e del liquido amniotico e a essere automaticamente rifornito di ogni nutrimento tramite il cordone ombelicale, ha dovuto superare il grande trauma fisico del parto e ora si trova in un mondo completamente diverso; ora tutto è cambiato, e, oltre alle mille cose diverse e alle non poche problematiche della sua nuova fase di vita, è non poco infastidito da quella luce che prima non c'era e che ora lo disturba anche perché, al contrario di quanto avviene negli altri mammiferi, già fin dai primi giorni di vita può aprire le palpebre. Ma questo non vuol dire che veda bene, anzi vuol solamente dire che i suoi occhi, come tutto il resto dell'organismo, stanno appena cominciando a modificarsi nel crescere. E avrà bisogno di mesi e anni perché la sua funzione visiva maturi, e per arrivare allo sviluppo completo dovrà aspettare a lungo, fino all'età dell'adolescenza.
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© 2010 Lucio Buratto
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Buratto, L. (2010). Lo sviluppo dell'occhio. In: L’occhio, le sue malattie e le sue cure. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1732-0_2
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