Riassunto
“Guardare un film in televisione, ascoltare una canzone da un riproduttore audio, sfogliare un libro in una biblioteca: sono tutti comportamenti apparentemente consolidati e di routine, almeno sino a poco tempo fa. La realtà di oggi è invece radicalmente diversa: lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali ha infatti consentito, tanto alle nuove generazioni quanto a quelle di età più adulta, di reperire informazioni di ogni tipo attraverso strumenti digitali differenti e soprattutto, di poterlo fare in qualsiasi luogo ci si trovi e in qualunque momento. È dunque cambiato per il consumatore non solo il modo di accedere ai contenuti culturali e di intrattenimento, ma anche l’utilizzo che viene fatto di tali contenuti: sempre più spesso si attivano forum, chat, instant messaging, blog, newsgroup per comunicare; si moltiplicano gli accessi ai social network per condividere immagini, conoscenze, riflessioni; si utilizzano sempre più tecnologie mobili di nuova generazione”.1 In questo contesto, è stato coniato il termine Web 2.0, espressione con cui comunemente si indica proprio tale ambiente evoluto di Internet, ovvero tutte quelle applicazioni on-line che permettono agli utenti di controllare direttamente i contenuti digitali, interagendo in maniera del tutto nuova spesso anche come autori ed editori di sé stessi.
Access this chapter
Tax calculation will be finalised at checkout
Purchases are for personal use only
Preview
Unable to display preview. Download preview PDF.
Bibliografia
Così Augusto Preta, Economia dei contenuti. L’industria dei media e la rivoluzione digitale, Milano, 2007, p. 8 e ss.
Sulla generazione dei cosiddetti “nativi digitali”, ovvero giovani cresciuti sin dalla nascita con e dentro questi ambienti virtuali, e le nuove modalità di fruizione dell’informazione e persino della formazione, si veda l’interessante ricerca di John Palfrey, Urs Gasser, Understanding the First Generation of Digital Natives, New York, 2008.
Cfr. Pamela Samuelson, Digital Media and the Changing Face of Intellectual Property Law, 16 Rutgers Computer and Tech. L.J. 323, 324 (1990) Sull’argomento si veda anche Tony Feldman, An introduction to digital media (1997); Alan Williams, Duncan Calow, Nicholas Higham, Digital Media: Contracts, Rights and Licensing (2nd ed. 1998).
Per una dettagliata tassonomia dei media digitali si veda Samuelson, Digital Media and the Changing Face of Intellectual Property Law, p. 324; Id., Digital Media and the Law, 34 Comm. ACM 23 (1991).
Cfr. Samuelson, Digital Media and the Law cit., p. 24. Digital Dilemma, Intellectual Property in the Information Age, at ix (2000) [in seguito: Digital Dilemma]. cit., p. 32.
Sul punto si veda Augusto Preta, Economia dei contenuti. L’industria dei media e la rivoluzione digitale, Milano, 2007, p. 8 e ss.
Jaques de Werra, Acces Control or Freedom of Access?, in Christoph Beat Graber et al., (a cura di), Digital rights management: the end of collecting societies?, Berne, 2005, p. 111.
Il termine “proprietà intellettuale” è spesso utilizzato senza una particolare e concreta definizione. In termini generali, tale espressione si può considerare comprendente qualsiasi risultato dell’intelletto umano: come le idee, i concetti, le invenzioni, i racconti, le canzoni, ecc, tuttavia, vi è una differenza fondamentale tra la nozione di proprietà intellettuale e quello di diritti di proprietà intellettuale. Sul punto si veda e.g., Ian J. Lloyd, Information Technology Law, 4th ed., London, 2004, p. 304.
Cfr. de Werra, Acces Control or Freedom of Access?, in cit., p. 111.
Cfr. Irini A. Stamatoudi, Copyright and Multimedia Products: A Comparative Analysis 16–19 (2002).
Si veda Olena Dmytrenko, James X. Dempsey, Copyright & the Internet: Building national legislative frameworks based on international copyright law, Global Internet Policy Initiative (GIPI) — 4 (Dec. 2004) alla URL 〈http://www.internetpolicy.net/practices/20041200 copyright.pdf〉.
Cfr. Stamatoudi, Copyright and Multimedia Products, cit., p. 5.
Recentemente gli Stati membri dell’Unione europea sono stati costretti a modificare i sistemi di eccezioni e limitazioni al diritto d’autore proprio al fine di conformarsi alla direttiva sull’armonizzazione di taluni aspetti del diritto d’autore e diritti connessi nella società dell’informazione. Sul punto si veda Robert Burrell e Allison Coleman, Copyright Exceptions: The Digital Impact, Cambridge, 2005.
Così Marina Santilli, Il Diritto d’Autore nella Società dell’Informazione, Milano, 1988, p. 25.
Cfr. Paolo Auteri, Il Paradigma Tradizionale del Diritto d’Autore e le Nuove Tecnologie, in in Maria Lillà Montagnani, Maurizio Borghi (a cura di), Proprietà Digitale: Diritti d’Autore, Nuove Tecnologie e Digital Rights Management, Milano, 2006, p. 23.
Cfr. Andrea Ottolia, Dan Wielsch, Mapping the Information Environment: Legal Aspects of Modularization and Digitization, 6 Yale J. L. & Tech. 174 (2003).
Matt Jackson, Using Technology to Circumvent the Law: The DMCA’s Push to Privatize Copyright, 23 Hastings Comm. & Ent. L.J. 607, 608 (2001).
Ibidem.
Cfr. Shubha Ghosh, Deprivatizing Copyright, 54 Case W. Res. 387, 395 (2003).
Cfr. Daniel C. Hallin & Paolo Mancini, Comparing Media Systems: Three Models of Media and Politics, Cambridge, 2004, p. 2.
Per “concetti” si intende il prodotto delle tecniche di comparazione. Sulla metodologia del diritto comparato si veda: David J. Gerber, System Dynamics: Towards a Language of Comparative Law?, 46 Am. J. Comp. L., 719 (1998); James Gordley, Comparative Law a Distintc Discipline?, 46 Am. J. Comp. L., 607 (1998).
Ibidem.
Come già evidenziato, il termine “proprietà intellettuale” è spesso utilizzato senza una particolare e concreta definizione. In termini generali, tale espressione si può considerare comprendente qualsiasi risultato dell’intelletto umano: come le idee, i concetti, le invenzioni, i racconti, le canzoni, ecc, tuttavia, vi è una differenza fondamentale tra la nozione di proprietà intellettuale e quello di diritti di proprietà intellettuale. Sul punto si veda e.g., Ian J. Lloyd, Information Technology Law, 4th ed., London, 2004, p. 304.
Il diritto di proprietà intellettuale è stato definito come “that area of law which concerns legal rights associated with creative effort or commercial reputation and goodwill”. Cfr. David I Bainbridge, Intellectual Property, 5th ed., New York, 2002, p. 4.
Sul punto si veda in generale Robert P. Merges et al., Intellectual Property in the New Technological Age, 3d ed., New York, 2003, p. 15.
Cfr. Digital Dilemma, cit., p. 8–12.
Ibidem, p. 3–6.
Cfr. Manuel Castells, The Rise of the Network Society, 2d ed., New York, 2002, p. 33.
Vedi Mohanbir Sawhney, Hand in Hand, Context Magazine (2000), alla URL 〈http://www. contextmag.com/setFrameRedirect.asp?src=/archives/200004/digitalStrategy.asp〉.
Ngli Stati Uniti, l’obiettivo principale del diritto d’autore è codificato nella U.S. Const. art. I, § 8, cl. 8. Tuttavia, è necessario rimarcare le differenze sostanziali nei presupposti storici caratteristici dei paesi basati sul sistema à droit d’auteur da quelli di tradizione anglosassone. Diversi commentatori hanno comunque osservato come da tempo sia in atto un processo di armonizzazione del diritto d’autore a livello internazionale. Cfr. Gillian Davies, The Convergence of Copyright and Authors’ Rights — Reality or Chimera?, 26 Int’ Rev. of Indus. Prop. and Copyright L. 964, 965 (1995) (l’a. osserva come la Convenzione di Berna abbia di fatto rappresentato un ponto di congiunzione tra i due sistemi); J.A.L. Sterling, Creator’s Right and the Bridge Between Author’s Right and Copyright, 29 Int’ Rev. of Indus. Prop. and Copyright L. 302 (1998). Per un esempio rappresentativo delle differenze tra i due modelli si vedano Tullio Ascarelli, Teoria della Concerrenza e dei Beni Materiali, Milano, 1960, p. 355, e 1 Paul Goldstein, Copyright: Principles, Law and Practice, Oxford, 1989, p. 317.
Cfr. Vittorio M. de Sanctis, I soggetti del Diritto d’Autore, Milano, 2000, p. 35. Si veda anche Hector L. MacQueen, Copyright and the Internet, in Law and the Internet: A Framework for Electronic Commerce 181, 184 (Lilian Edwards & Charlotte Waelde eds., 2d ed. 2000).
Cfr. James R. Maxeiner, Standard-Terms Contracting in the Global Electronic Age: European Alternatives, 28 Yale J. Int’l L. 109 (2003); Jerome H. Reichman, Jonathan A. Franklin, Privately Legislated Intellectual Property Rights: Reconciling Freedom of Contract with Public Good Uses of Information, 147 U. Pa. L. Rev. 875, 878 (1999).
Cfr. Sawhney, Hand in Hand, cit.
Ibidem.
Come è stato osservato da autorevole e famosa giurisprudenza d’oltreoceano, il diritto d’autore deve pervenire ad un bilanciamento tra »a copyright holder’s legitimate demand for effective […] protection […] and the rights of others freely to engage in substantially unrelated areas of commerce«. Così Sony Corp. of Am. v. Universal City Studios, Inc., 464 U.S. 417, 442 (1984).
Author information
Authors and Affiliations
Rights and permissions
Copyright information
© 2010 Springer-Verlag Italia
About this chapter
Cite this chapter
Lucchi, N. (2010). Introduzione. In: I contenuti digitali. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1399-5_1
Download citation
DOI: https://doi.org/10.1007/978-88-470-1399-5_1
Publisher Name: Springer, Milano
Print ISBN: 978-88-470-1398-8
Online ISBN: 978-88-470-1399-5
eBook Packages: Humanities, Social Sciences and LawLaw and Criminology (R0)