Riassunto
Per abbandonare Mercurio e il suo debole campo gravitazionale ci siamo serviti di un oggetto che a prima vista potrebbe sembrare un ombrellone. In realtà si tratta di una vela spaziale, un dispositivo di materiale particolare che permette di muoversi nello spazio sfruttando la pressione di radiazione, quella cioè esercitata dalle particelle di luce che chiamiamo fotoni. Non bisogna meravigliarsi più di tanto, è una cosa da tempo nota agli scienziati: la luce può spingere, e dalle parti del Sole ce n’è tanta, credetemi. Grazie a questa spinta, debole ma gratuita, decidiamo di muoverci verso la parte esterna del Sistema Solare e, procedendo lenti in quella direzione, facciamo un incontro molto piacevole: dopo aver percorso circa 50 milioni di chilometri, incrociamo l’orbita di Venere, la prima signora del nostro sistema planetario. Lasciandoci condurre adagio dalla vela e dall’adagio in Mi bemolle di Holst dedicato a questo pianeta — un brano introdotto dal suono dei corni che dopo poco iniziano a dialogare con i legni dell’orchestra — con garbo veniamo invitati dalla Natura a goderci la bellezza esteriore del manto di nubi, il suo vestito da sera. Gli accordi del brano sono semplici, distensivi e molti dei vezzi armonici novecenteschi presenti negli altri brani della suite The Planets in questo non hanno cittadinanza. Il campo sonoro è quindi libero per accordi consonanti di terza e di quinta, che qui governano la scena incastonati su un semplicissimo 4/4. E su di essi l’orecchio riposa. Non a caso, il brano si intitola Venere, la portatrice di pace, quella pace interiore che dovrebbe scaturire già dalla semplice contemplazione della bellezza per antonomasia. Una bellezza tutta compresa nel nome e nel mito della dea, nata Afrodite in Grecia e divenuta Venere nel mondo latino.
Access this chapter
Tax calculation will be finalised at checkout
Purchases are for personal use only
Preview
Unable to display preview. Download preview PDF.
Rights and permissions
Copyright information
© 2010 Springer-Verlag Italia, Milano
About this chapter
Cite this chapter
(2010). Venere: le fregature della bellezza. In: Pianeti tra le note. I blu. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1185-4_7
Download citation
DOI: https://doi.org/10.1007/978-88-470-1185-4_7
Publisher Name: Springer, Milano
Print ISBN: 978-88-470-1184-7
Online ISBN: 978-88-470-1185-4
eBook Packages: Physics and AstronomyPhysics and Astronomy (R0)