Riassunto
Una volta scoperto Urano, l’obiettivo principale perseguito effettuando osservazioni in vari periodi dell’anno, fu dare una forma matematica alla sua orbita. Questo, lungi dall’essere un vezzo degli scienziati i quali vengono spesso visti come matti interessati solo al mettere sotto forma di equazioni tutto ciò che vedono, aveva uno scopo ben preciso: si trattava di capire dove fosse Urano in qualsiasi momento del passato, del presente e del futuro. Il passato di Urano, così come il suo futuro, non può essere osservato. Ma ciò che forse sfugge è che, dato il suo lentissimo moto di rivoluzione attorno al Sole, per lunghi periodi dell’anno (terrestre!) anche il suo presente risulta inosservabile dal nostro pianeta che invece rivolve velocemente finendo dalla parte opposta del Sole in soli sei mesi. Una semplice equazione del moto, un modo come un altro di disegnare un’ideale linea in cielo, permette invece di sapere dov’è (dov’era, dove sarà) in qualsiasi istante, consentendoci di seguire nel suo corso “l’idea” di Urano. Quindi, nonostante sia stato il primo pianeta scoperto col telescopio, per sapere dove si trova Urano spesso non basterà l’uso di uno strumento che potenzi la nostra vista. Né tantomeno saranno l’udito, l’odorato, il gusto o il tatto a venirci in aiuto, ma solo la matematica, il sesto senso. Usandolo, però, si capì quasi subito che bisognava dubitare di ciò che questo sesto senso suggeriva poiché, col suo tramite, non si riusciva ad avere percezioni del tutto esatte: detto in parole povere, il pianeta non risultava essere visibile laddove le equazioni ci dicevano che l’avremmo trovato. Anche nei periodi in cui la Terra rivolveva attorno al Sole standosene dalla stessa parte di Urano che diventava così osservabile, puntando i telescopi dove le equazioni dicevano di guardare, si osservava uno spazio vuoto: il pianeta era sempre un po’ in anticipo o in ritardo rispetto alle posizioni previste dalla forma matematica della sua orbita così come descritta dai teorici.
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(2010). Nettuno, il pianeta venuto dal freddo… calcolo. In: Pianeti tra le note. I blu. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1185-4_18
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DOI: https://doi.org/10.1007/978-88-470-1185-4_18
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