Riassunto
Come abbiamo visto, ai risultati di una prova si possono spesso associare dei numeri. Nel lancio di un dado, ad esempio, ad una certa faccia si può semplicemente far corrispondere il suo valore. Può darsi che ci faccia comodo associare lo stesso numero a più risultati diversi. Ad esempio, se lanciamo ripetutamente una moneta, a tutte le sequenze di “teste” e “croci” in cui si ottiene lo stesso numero di teste si può far corrispondere proprio il numero k di teste. La cosa importante è che ad ogni risultato, cioè ad ogni evento elementare, associamo uno ed un solo numero. In questo modo introduciamo una variabile il cui valore numerico indica il verificarsi di un, particolare risultato, o di un gruppo di risultati, che diremo variabile casuale, o variabile stocastica (per chi ama l’attitudine teorica dei Greci a “far congetture”), o variabile aleatoria (per chi preferisce l’attitudine pratica dei Latini a giocare ai dadi).
Il Caso è cieco, ma mai quanto l’Amore… (Riflessioni sull’immagine di copertina)
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Piazza, R. (2009). Distribuzioni di probabilità. In: I capricci del caso. UNITEXT(). Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1116-8_4
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