Estratto
Affrontare una tassonomia generale delle cose, fossero anche solo le cose semplici, quelle fatte d’un sol pezzo e d’una sola materia, sarebbe una semplice follia e si rischierebbe di entrare in un solaio polveroso dove regna solo la confusione. Siamo ben lungi dal disporre,per gli oggetti e per gli artefatti, di un “sistema” pari a quel Sistema Naturae che fu nella mente e nel progetto di Carl Linné. Solo cosÌ si potrebbe dar luogo a una scienza dell’artificiale tale da potersi fregiare di questo nome: ma invece siamo ancora al semplice stadio delle elencazioni e delle raccolte, le quali altro non possono fare che affollare le Kammer, a cui non sapremmo se affibbiare l’attributo di Wunder. Già altre volte si è sperimentata una rassegna trasversale fondata sul numero sette, anche se giocata intorno allo Smell.Ma questa, non è una strada obbligata, e allora la speranza è che a questa prima scelta di sette oggetti possa seguire una più organica silloge, senza per questo dimenticare che in essa le discipline devono ritrovare antichi equilibri ben oltre i propri confini e limiti. Oltrepassare le frontiere è il compito precipuo di chi vuole “fare conoscenza”, che è poi il mestiere di colui che un tempo si chiamava philosopher.
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(2008). Le cose, un epilogo. In: Storie di cose semplici. i blu. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-0817-5_9
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