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La propagazione degli ultrasuoni

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Fondamenti di Ingegneria Clinica
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Estratto

Quando un fascio ultrasonoro1 penetra nella materia, in particolare nel corpo umano, incontra diversi strati di tessuto, ciascuno caratterizzato da una propria massa specifica ρ e da una velocità di propagazione del suono2 c. In altri termini ciascun organo si comporta in modo diverso rispetto agli ultrasuoni perché diverso è il prodotto ρc, cioè l’impedenza acustica caratteristica. Su tale diversità è fondata la formazione dell’immagine ecografica.

Tale termine è stato utilizzato nel capitolo precedente senza una precisa definizione e nell’illustrare i concetti relativi alle onde si è fatto riferimento al caso di onde piane di estensione infinita (che in realtà non esistono in natura). Il concetto di fascio prenderà forma nei capitoli successivi, a partire dal capitolo quinto.

La velocità di propagazione è qui assunta indipendente dalla frequenza.

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Riferimento

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  12. Infatti in tale caso µ assume le stesse dimensioni di α (dB/cm), mentre nella [4.48] µ = dB/cmMHzn. Per maggiori dettagli si può consultare anche B. Angelsen (2000) Ultrasound Imaging I. Emantec, Trondheim, Norway.

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(2008). La propagazione degli ultrasuoni. In: Fondamenti di Ingegneria Clinica. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-0739-0_4

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