Estratto
Nel 1927, alla celebre quinta edizione del Congresso Solvay (vedere fig. 9.1), appuntamento importantissimo al quale partecipavano solo i migliori fisici dell’epoca, Niels Bohr (1885–1962), l’autore del modello atomico che porta il suo nome, tenne una conferenza sul tema di quella edizione: “Fotoni ed elettroni”. Egli colse così l’occasione per presentare la nuova meccanica quantistica, sviluppata in gran parte da lui e dal suo allievo Werner Heisenberg come una teoria generale e completa per la descrizione degli oggetti del microcosmo. Egli inoltre, largamente in anticipo rispetto agli altri, diede una prima interpretazione fisica di quel formalismo matematico: l’interpretazione di Copenaghen, dal luogo dove principalmente fu elaborata.
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“Glaubst du denn wirklich, der Mond existierte nur, wenn du auf ihn blickst?” Biographie: Einstein (Spektrum, 2002); p. 91.
“Die Theorie leistet viel, aber dem Geheimnis des Alten bringt sie uns kaum näher. Jedenfalls bin ichüberzeugt, dass dernichtwürfelt.” C. Held: Die Bohr-Einstein-Debatte (Schüningh, 1998); p. 73.
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(2008). Il dibattito tra Bohr e Einstein. In: Il bizzarro mondo dei quanti. i blu. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-0644-7_10
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