Zusammenfassung
Il grande filologo classico Giorgio Pasquali aveva già definito in un suo articolo del 1942, intitolato Arte allusiva, quelle che possiamo considerare le coordinate critiche del metodo interpretativo che oggi conosciamo sotto il nome di “intertestualità”. All’interno del suo discorso, che non era soltanto storico ma anche teorico, sulla tecnica letteraria dell’allusività (operante nelle letterature classiche fin dall’epoca alessandrina) egli era riuscito ad individuare due tipi di richiami testuali chiaramente polarizzati fra di loro: …
in poesia culta, dotta io ricerco quelle che da qualche anno in qua non chiamo più reminiscenze ma allusioni, e volentieri direi evocazioni e in certi casi citazioni. Le reminiscenze possono essere inconsapevoli; le imitazioni, il poeta può desiderare che sfuggano al pubblico; le allusioni non producono l’effetto voluto se non su un lettore che si ricordi chiaramente del testo cui si riferiscono.1
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Picone, M. (1994). Dante argonauta. In: Picone, M., Zimmermann, B. (eds) Ovidius redivivus. J.B. Metzler, Stuttgart. https://doi.org/10.1007/978-3-476-04215-6_7
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