Zusammenfassung
Der Beginn des 16. Jahrhunderts verzeichnet zuerst in Italien, aber sehr schnell mit vorbildlicher Wirkung für ganz Europa die Entstehung einer neuen Profession: »Però tra l’altre cose, che nate sono a’tempi oltre li quali noi abbiam notizia e non da molti secoli lontani,« heißt es im erst 1769 durch Pierantonio Serassi1 publizierten ersten Entwurf des Proemiums zu Castigliones Libro del Cortegiano, »veggiamo essere invalsa questa sorte d’uomini che noi chiamamo Cortegiani, della qual cosa quasi per tutta cristianità si fa molta professione: chè, comechè da ogni tempo siano stati gli principi e gran signori da molti servitori obediti, e sempre n’abbiano avuti dei più cari, ingeniosi alcuni, alcuni sciocchi, chi grati per il valore dell’arme, chi nelle lettere, chi per la bellezza del corpo, molti per niuna di queste cause, ma solo per una certa occulta conformità di natura; non è però forsi mai per lo addietro, se non da non molto tempo in qua, fattasi tra gli uomini professione di questa Cortegiania, per dire così, e ridottasi quasi in arte e disciplina come ora si vede; talmente che come d’ogn’altra scienza, così ancor di questa si potrebbono dare alcuni precetti, e mostrare le vie per conseguirne il fine, quale noi estimiamo che sia il sapere e potere perfettamente servire e con dignità ogni gran principe, acquistandone grazia e laude da esso e da tutti gli altri«2. Die »cortegiania«, deren Lehre Castigliones Werk entfalten möchte, besitzt demnach wie alle anderen Künste einen bestimmten Zweck und legt die Mittel auf diesen hin fest.
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Notizen
Zu den notwendigen Vorarbeiten vergi. Guido La Rocca, Studi castiglio-neschi. Nuovi rinvenimenti di lettere note e ignote di B. Castiglione, »Giornale Storico della Letteratura Italiana«, vol. CLII, 1975, pp. 234 – 265.
cfr. Pietro Floriani, Bembo e Castiglione. Studi sul classicismo del Cinquecento, Roma 1976, pp. 119f
Giancarlo Mazzacurati, Il Rinascimento dei moderni. La crisi culturale e la negazione delle origini, Bologna 1985, pp. 34f
sowie J. R. Woodhouse, Baldesar Castiglione. A Reassessment of The Courtier, Edinburgh 1978, pp. 189f
Zum Entstehungsdatum dieses sog. ersten Proemiums cfr. Ghino Ghinassi, Fasi dell’elaborazione del Cortegiano, »Studi di Filologia Italiana«, XXV, 1967, pp. 155 – 196, insb. pp. 156f.
Vgl. Giorgio Patrizi, Il Libro del Cortegiano e la trattatistica del comportamento, in: Letteratura italiana (Dir. A. Asor Rosa), vol. III: Le forme del testo, Torino 1986, pp. 855 — 890.
vgl. Rogelio Reyes Cano, Introducción a Baltasar De Castiglione, El Cortesano, Madrid 1945, p. 46
Das Fehlen einer, und sei es zunächst national beschränkten Bibliographie zur Hofmannstraktatistik wird schon beklagt von James W. Holme, Italian Courtesy-Books of the Sixteenth Century, »Modern Language Review«, vol. V, 1910, pp. 145 – 166.
Vgl. hierzu mindestens Benedetto Croce, Libri sulle corti, »La Critica«, XXXIX, 1941, pp. 242 – 248
vgl. Franco Meregalli, Presenza della letteratura spagnola in Italia, Firenze 1974, pp. 17f.
Cfr. Kenneth Burke, A Rhetoric of Motives, University of Californa Press 1950, p. 23
cfr. Douglas Ehninger, On Systems of Rhetoric, »Philosophy and Rhetoric«, I, 1968, pp. 131 – 144, insb. pp. 137ff.
Vgl. Mario Santoro, Fortuna, ragione e prudenza nella civiltà letteraria del Cinquecento, Napoli 1967, p. 518
Cfr. für detailliertere Angaben Alberto Tenenti, La formazione del mondo moderno, Bologna 1980, pp. 290ff.
Cfr. Marc Bloch, La société féodale, Paris 1939, pp. 403ff., 425 u. ö.
Cfr. auch Jean-Pierre Labatut, Les noblesses européennes de la fin du XVe siècle à la fin du XVIIIe siècle, Paris 1978, pp. 86f
Vgl. den Aufsatz von Eric Cochrane, L’eredità del Guicciardini, in: Francesco Guicciardini 1483 – 1983. Nel V. centenario della nascita, Firenze 1984, pp. 271 – 291.
Cfr. auch Niccolò Machiavelli, Istorie fiorentine, VII/1 (a cura di Franco Gaeta, Milano 1962, p. 451).
Norbert Elias, Die höfische Gesellschaft, Darmstadt und Neuwied 1969, pp. 63f. u. ö.
Niccolò Machiavelli, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, I/55 (a cura di Sergio Bertelli, Milano 1960, p. 256).
François Billacois, La crise de la noblesse européenne (1550 – 1650), »Revue d’Histoire moderne et contemporaine«, XXIII, 1976, pp. 258 – 277, Zit. p. 268.
sowie die neuere von Davis Bitton, The French Nobility in Crisis. 1560 – 1640, Stanford University Press 1969.
Alfred von Martin, Soziologie der Renaissance (1931), München 31974, pp. 110f.
Fritz Schalk, Das Publikum im italienischen Humanismus, Schriften und Vorträge des Petrarca-Instituts Köln, VI, 1955, p. 33.
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Hinz, M. (1992). Der Hofmann, Charakteristika einer Profession. In: Rhetorische Strategien des Hofmannes. J.B. Metzler, Stuttgart. https://doi.org/10.1007/978-3-476-03395-6_2
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