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Part of the book series: Astrophysics and Space Science Library ((ASSL,volume 399))

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Abstract

At 70, Galileo is worn out, though he is working on his last essay, Discourses and Mathematical Demonstrations relating to two New Sciences, which is nowadays considered his scientific masterpiece.

I think that in disputes about natural problems, we

Should not start from the authority of passages from

The Holy Writ, but rather from the experience of the

Senses and from the necessary demonstrations

G. Galilei

Letter to Madama Cristina di Lorena Mi par che nelle dispute di problemi naturali non si dovrebbe cominciare dalle autorità di luoghi delle Scritture, ma dalle sensate esperienze e dalle dimostrazioni necessarie

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Notes

  1. 1.

    G. Vasari, 1550, Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti, G. Antonelli ed. 1848, Tomo IV, p. 440.

  2. 2.

    C. Landino, 1481, Comento sopra la Comedia, Firenze, Nicolò di Lorenzo della Magna.

  3. 3.

    A. Vellutello, 1544, La Comedia di Dante Aligieri con la nove espositione di Alessandro Vellutello, Venezia, Francesco Marcolini da Forlì.

  4. 4.

    G. Galilei, 1588, “Due lezioni all'Accademia fiorentina circa la figura, sito e grandezza dell'inferno di Dante”, http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/, p. 1, “due sono che più diffusamente ne hanno scritto: l'uno è Antonio Manetti, l'altro Alessandro Vellutello, ma però questo da quello assai diversamente, e l'uno e l'altro molto oscuramente, non già per loro mancamento, ma per la difficoltà del suggetto”.

  5. 5.

    ibidem, pp. 10–13 “…e questa è l'invenzione che tanto è piaciuta ad esso Vellutello, che l'ha fatto ridersi del Manetti ed insieme di tutta l'Accademia Fiorentina, affermando, l'Inferno di esso Manetti esser più tosto una fantasia ed un trovato suo e degli altri Accademici, che cosa che punto sia conforme all'intendimento di Dante…”, “non molto importa al principale intendimento nostro, che è stato di dichiarare il sito e figura dell'Inferno di Dante, ed insieme difendere l'ingegnoso Manetti dalle false calunnie ingiustamente sopra tal materia ricevute, e massime perché non lui solo ma tutta la dottissima Academia Fiorentina pungevano, alla quale per molte cagioni obligatissimo mi sento”.

  6. 6.

    G. Galilei, 1588, “Due lezioni all'Accademia…, op. cit., p. 10 “…immaginiamoci una linea retta che venga dal centro della grandezza della terra sino a Ierusalem, ed un arco che da Ierusalem si distenda per la duodecima parte della sua maggior circonferenza… se ci immagineremo una buca in forma di conica superficie… questa è l'Inferno. E da questo discorso ne aviamo, prima, la figura; secondo, il sito, essendo talmente posto, che il suo bassissimo punto è il centro del mondo, e la base o sboccatura viene verso tal parte della terra, che nel suo mezzo racchiude Ierusalem…”, “… facendone il conto secondo le cose dimostrate da Archimede ne i libri Della sfera e del cilindro, troveremo che il vano dell'Inferno occupa qualcosa meno di una delle 14 parti di tutto l'aggregato…”, “e nella sua sboccatura, che è il cerchio attorno a Ierusalem, è altrettanto per diametro, per ciò che all'arco della sesta parte del cerchio gli è sottesa una corda uguale al semidiametro”.

  7. 7.

    Ibidem, pp. 11–12 “…Qui ci potrebbe essere opposto che né l'Inferno si deve credere esser così grande come il Manetti lo pone; essendo che, sì come alcuni hanno sospettato, non par possibile che la volta che l'Inferno ricuopre, rimanendo sì sottile quant'è di necessità se l'Inferno tanto si alza, si possa reggere, e non precipiti e profondi in esso Inferno…”, “…che tal grossezza è suffizientissima: perciò che, presa una volta piccola, fabricata con quella ragione, se arà di arco 30 braccia, gli rimarranno per la grossezza braccia 4 in circa, la quale non solo è bastante, ma quando a 30 braccia di arco se gli desse un sol braccio, e forse ½, non che 4, basteria a sostenersi; onde… nulla di meno rimarrà detta volta grossissima, e più assai che non è necessario per sostenersi”.

  8. 8.

    Mark A. Peterson, 2002, Galileo’s discovery of scaling laws, Am. J. Phys., 70, 575.

  9. 9.

    ibidem.

  10. 10.

    G. Galilei, 1638, Discorsi e dimostrazioni attorno a due nuove scienze, Elsevirii, Leida.

  11. 11.

    ibidem, pp. 2–3 “… per qual ragione facevano tanto maggior apparecchio di sostegni, armamenti ed altri ripari e fortificazioni, intorno a quella gran galeazza che si doveva varare, che non si fa intorno a vasselli minori… ciò farsi per evitare il pericolo di direnarsi, oppressa dal gravissimo peso della sua vasta mole, inconveniente al quale non son soggetti i legni minori?” “… il solo esser materiale fa che la machina maggiore, fabbricata dell'istessa materia e con l'istesse proporzioni che la minore, in tutte l'altre condizioni risponderà con giusta simmetria alla minore, fuor che nella robustezza e resistenza contro alle violente invasioni; ma quanto più sarà grande, tanto a proporzione sarà più debole…”.

  12. 12.

    Ibidem, p. 4.

  13. 13.

    G. Galilei, 1609, Letter to Antonio de’ Medici, 11 February 1609.

  14. 14.

    M. A. Peterson, 2002, op. cit.

  15. 15.

    G. Galilei, 1638, Discorsi e dimostrazioni, op. cit., p. 123.

  16. 16.

    A. Kircher, 1656, Itinerarium exstaticum qvo mvndi opificivm id est Coelestis expansi… Romae, Typis Vitalis Mascardi.

  17. 17.

    In J. Fletcher, 1970, Isis, Vol. 61.

  18. 18.

    A. Kircher, 1656, op. cit., p. 33, “Accedit non ita pridem, ut ad academicum trium incomparabilium Musicorum (quos si aevi nostri orpheos dicam…)”.

  19. 19.

    Ibidem, pp. 35–36, “& protinus mihi insolitae constitutionis vis adstitit, caput eius faciesque miro quodam fulgebat jubare, oculi carbunculorum instar coruscabant, habitus totius corporis exotico & inviso hucusque vestimento constituebatur; siquidem admiranda quadam in formam alarum complicatarum textura ita adornabatur…” “Surge, ne timeas Theodidacte, ecce exaudita sunt desideria tua, & ego ad te missus sum, ut tibi summam Dei Optimi Maximi Majestatem… in operibus suis mundanis elucescentem monstrarem… quis es tu Domine mi?… Ego sum Cosmiel minister Dei altissimi; & Mundi genius”.

  20. 20.

    ibidem, p. 53 “quem cum sumpsissem, ecce derepente totum corpus instar tympani inflari, omnia membra dilatari, & in ingentem molem excrescere, incredibilem deniq; me violentia sustinere sentio. O Cosmiel adiuva me, morior”.

  21. 21.

    Ibidem, pp. 54–56 “… me a puero multa in peripatetica schola de sphaera ignis inaudivisse, quam tamen nec supra nec infra Lunam vidi…” “Erras sane summo opere, si Aristotelem de ijs rebus quae ad supremorum corporum naturam pertinent, omnia vera locutum esse tibi persuadeas…fieri enim non potest, ut Philosophi solis suis cogitatis insistentes, repudiatisque experientijs quidquam solidi circa naturalem Mundi constitutionem concludere possint… a vero aberrant longius, quanto hunc globum Lunarem a terreno longius distare videmus…”.

  22. 22.

    Ibidem, p. 88 “me intra pennigerum amictum complicatum…”.

  23. 23.

    Ibidem, p. 120.

  24. 24.

    ibidem, p. 122.

  25. 25.

    ibidem, pp. 141–142, Theodidactus: “Quin imo vinum et piper, atque adeo omnia summo gradu calida formalem in stomacho calorem producere iam ab ineunte aetate in scholis edoctus fui…”, Cosmiel: “O quantum a scopo aberras fili mi; imaginare tibi piperaceum globum Solem esse…”.

  26. 26.

    A. Kircher, 1660, Iter Extaticum Coeleste, Joh, Andr. & Wolffg. Jun. Endterorum Haer. Herbipoli, p. 25.

  27. 27.

    Ibidem, p. 262.

  28. 28.

    Ibidem, pp. 267–268 “De Jovis igitur atmosphaera nullum mihi dubium est, eamque admittit etiam Galilaeus in fine Nuntii SidereiJovem non solitarium degere in vastissima illa Saturnum inter et Martem interiecta regione, sed veluti dominum ac regem quatuor stellis aliis tanquam satellitibus… (quas comites appellant Astronomi recentiores) primus ope telescopii deprehendit in Italia Anno 1610 Galilaeus Galilaei…”.

  29. 29.

    A. Kircher, 1656, op. cit., p. 259, “Mi Theodidacte; iam vere video, te nimis simplicis ingenij esse, & ad quorumuis sententias amplexandas plus aequo creduli: sphaera illa chrystallina, quam quaeris, in rerum natura non reperitur; stella autem huiusmodi sphaerae infixas esse, nullo prorsus fundamento nititur [my emphasis]; gyra oculos … limpidissimam aetherei Oceani nullis finibus conclusi, volubilem, subtilissimamque auram reperies”.

  30. 30.

    Ibidem, p. 260, “Anne omnes huiusmodi stellas à Sole illuminari putabas?”, Theodid. “Ita putabam”.

  31. 31.

    A. Kircher, 1660, op. cit., p. 361, “Supremus ille Archetypus intellectus infinitis omnium possibilium rerum ideis foetus est, ita mundum hunc… innumera globorum…”.

  32. 32.

    G. Bruno, 1584, De l'infinito universo et mondi, E-book, http://www.liberliber.it/, p. 444.

  33. 33.

    E. Buonanno, 2008, “Giordano Bruno, il copernicano esoterico e panteista”, Il Riformista, 1 March 2008.

  34. 34.

    F. Yates, 2006, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Laterza ed., p. 231, original edition Giordano Bruno and the Hermetic Tradition (The University of Chicago Press: Chicago and London. 1964, repr. 1991 pp. 208–209).

  35. 35.

    E. Buonanno, 2008, “Giordano Bruno, il copernicano esoterico e panteista”, Il Riformista, 1 March 2008.

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Buonanno, R. (2014). Crystal Skies and Circles of Hell. In: The Stars of Galileo Galilei and the Universal Knowledge of Athanasius Kircher. Astrophysics and Space Science Library, vol 399. Springer, Cham. https://doi.org/10.1007/978-3-319-00300-9_9

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