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Part of the book series: Astrophysics and Space Science Library ((ASSL,volume 399))

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Abstract

The arrival of Athanasius Kircher in Rome does not pass unnoticed. For example, Raffaello Magiotti, a priest from Tuscany who had studied with Galileo, immediately informs his teacher “… a Jesuit scientist has just arrived in Rome: apparently, he has lived for a long time in the East, he can speak 12 languages, has studied geometry, and has brought with him a few interesting objects. Among other things, he has a flower which turns according to the Sun’s rotation, and works like a watch. He has pinned this flower upon a piece of cork, which floats on the water: there is an iron pointer on top showing the hours, and there is a mechanism which calculates the time in other parts of the world…”.

He who mixes business

and pleasure, reaches perfection

Horace, Ars poetica, vv. 343-4

Omne tulit punctum, qui

miscuit utile dulci

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Notes

  1. 1.

    R. Magiotti, 1634, Letter to Galileo Galilei, Roma, 18 March, 1634, in Le Opere di Galileo, 1966, vol. XVI, G. Barbera ed., Firenze, “…di nuovo, c’ è in Roma un Gesuita, stato gran tempo in Oriente, quale, oltre al posseder 12 lingue, buona geometria etc., ha seco di gran belle cose, e fra l`altre una radica, quale si volta secondo gira il sole, e serve per horiolo perfettissimo. Questa è incastrata da lui in un pezzo di sughero, quale la tenghi libera sopra l`acqua, e sopra il sughero una lancetta di ferro che mostri le hore, con un calcolo per sapere qual ora sia in altre parti del mondo…”.

  2. 2.

    Kircher, 1641, Magnes, sive de Arte Magnetica libri tres, Romae, Ex Typographia Ludouici Grignani, digitized by ECHO, p. 777 “Libri Tertii, Pars nona, De Magnetismo Amoris”.

  3. 3.

    Ibidem,Epilogus, Totius Naturae Magnes” pp. 796–797.

  4. 4.

    Martha Baldwin, 2001, “Kircher’s Magnetic Investigations” in “The Great Art of Knowing: The Baroque Encyclopedia of Athanasius Kircher”, D. Stolzenberg ed., Stanford, CA. Stanford University Libraries, p. 27.

  5. 5.

    G. Bouchard, 1634, Letter to Galileo Galilei, March 18, 1634, 1966, in Le Opere di Galileo, vol. XVI, G. Barbera ed., Firenze, “…Non m'imagino potere finire questa per nuova più grata a lei di quella dell'inventione d'uno horologio, dove l'hore vengono notate da una certa radica, la quale per proprietà naturale si va movendo continuamente col sole dell'istesso suo moto, posta che sia in libertà dentro all'acqua. Un tal Giesuita Tedesco, arrivato a Roma da poco tempo in qua, il quale si domanda P. Anastasio, n'è stato l'inventore. Egli confessa nondimeno haverlo cavato da certi autori Arabi, essendo detto Padre molto versato nelle lingue orientali. Non dubito che V. S. col suo sublime intelletto non rechi un giorno da questa inventione qualche utilità grande al mondo, benchè hora mai fatto indegno di così fatti suoi beneficii…”.

  6. 6.

    A. Kircher, 1684, “Vita Reverendi Patris Athanasii Kircheri Societatis Jesu”, op. cit. p. 46.

  7. 7.

    A. Kircher, 1635, Primitiae gnomonicae catopriticae, Avenione, Ex Typ. I. Piot, Dedication p. 2 “…Civitatis Avenionensis, ad astronomicis incumbendū studiis situm admodum opportunum, Solis dispositionem peramaena, continuo ridentem….

  8. 8.

    J. Fletcher, 1970, Isis, Vol. 61, p. 54.

  9. 9.

    For a full account see T. L. Hankins and R. J. Silverman, 1995, Instruments and the Imagination, Princeton Univ. Press, Princeton, NY, pp. 14–36 and references therein.

  10. 10.

    P. P. Rubens, 1634, Letter to Fabri de Peiresc, 18 December 1634, in Ruth Saunders Magurn, 1955, The Letters of Peter Paul Rubens, Harvard U. Press., p. 394.

  11. 11.

    S. Pietrasanta, 1634, De Symbolis Heroicis Libri IX, Antuerpiae, pp. 145–147, “In Collegio Anglorum nostrae Societatis, P. Franciscus Linus, Magister Matheseos, excogitavit felicissimè orbem, qui intra phialam in circumsusae aquae centro (sicut in circumsuso aere tellus) heret secreto sue molis libramento. Sed conversionem coeli tamen ab Ortum in Occasum, arcana vi, & veluti quodam amore, confectatur, spatioque; viginti quatur horarum omnino circumagitur. Pisciculus interea indicis loco est, & quasi nandi peritus, ac libratus pondere suo, praetereuntes horas veluti admirans designat rostro, easque oculis defixis intuetur…”.

  12. 12.

    N. C. Fabri de Peiresc, 1634, Letter to Francesco Barberini, 5 December 1634, in 1966, Le Opere di Galileo, vol. XVI, G. Barbera ed., Firenze, “… Una supplica mi resta ancora a fare all'Em.za V., della quale io la preggo quanto so et posso di schusare la speranza ch'ella si degnarà far qualche officio per la consolatione d'un buon vecchio settuagenario et poco sano di corpo, la cui memoria difficilmente sarà scancellata nell'avenire… Questo dico per la compassione che tengo del povero buon vecchio S.r Galileo Galilei… confinato in una sua villa vicino ad un monasterio, dove gli era morta una figlia monacha, sua unica consolatione, et che gli erano prohibite le visite et corrispondenze degli amici, non che l'accesso della città et della propria casa…Io veggo che a pittori excellenti nell'arte loro si sonno condonati peccati gravissimi, et l'enormità de' quali era a sommo horrore, per non lasciare inutile il precedente merito; et tante inventioni, le più nobili che si fussero scoperte in tanti secoli, non potranno meritare l'indulgenza d'un scherzo problematico, dove egli non ha mai affirmativamente asserito esser suo proprio parere quello che non s'è voluto approvare?”.

  13. 13.

    N. C. Fabri de Peiresc, 1635, Letter to Galileo Galilei, 1 April, in 1966, Le Opere di Galileo, vol. XVI, G. Barbera ed., Firenze, “…par che sia una pruova et testificatione caduta dal Cielo in mano d'un Padre Giesuita, più tosto che d'un'altra professione, …per convincere il torto di quelli trovavano tanta repugnanza nella dottrina Copernicana et in ciò che V.S. n'haveva proposto per scherzo problematico… cercarò qualche prattica et corrispondenza con detto P.re Lino [e] procurrerò di farlo chiamare in Roma… il tutto per haver sempre nuovi argomenti di rammemorare V. S. Ill.re a que' che la possono aiuttare meglio di me…”.

  14. 14.

    G. Galilei, 1635, Letter to Fabri de Peiresc, 12 May, 1635, in 1966, Le Opere di Galileo, vol. XVI, G. Barbera ed., Firenze, “… l’horologio Hydraulico sarà veramente cosa di estrema maraviglia quando sia vero che il globo pendente nel mezo dell’Acqua vadia naturalmente volgendosi per occulta virtù magnetica. Io feci già molto anni sono una simile invenzione, ma con l’aiuto di un ingannevole artifizio, e la machina era tale. Il globetto, diviso con 12 meridiani per le 24 ore era di rame, voto dentro, e con un pezzetto di calamita postogli nel fondoma se questa del P. Lino senz’altro artificio fa sì che il suo Globo ubbidisca al moto del Cielo, sarà veramente cosa celeste e divina e havremo così il moto perpetuo…”.

  15. 15.

    G. Galilei, 1634, Letter to Elia Diodati, 25 July, 1634, in 1966, Le Opere di Galileo, vol. XVI, G. Barbera ed., Firenze, “…arrivato a casa, trovai il Vicario dell’Inquisitore che era venuto a intimarmi… con lettere del Signor Cardinal Barberino ch’io dovessi desistere dal far dimandare più grazia della licenza di poter tornarmene a Firenze, altrimenti che mi arebbono fatto tornare là, alle carceri vere del Santo Offizio…”.

  16. 16.

    R. Magiotti, 1637, Letter to Galileo Galilei, 21 March, 1637, in 1966, Le Opere di Galileo, vol. XVII, G. Barbera ed., Firenze, “…Fui per le feste di Natale, in compagnia delli SS. Sacchetti, a vedere il presepio (in questo erano diversi orologii, che si movevano in virtù d’una radica, del P. Atanasio Giesuita)…”.

  17. 17.

    R. Magiotti, 1637, Letter to Galileo Galilei, 25 April, 1637, ibidem.

  18. 18.

    R. Magiotti, 1637, Letter to Galileo Galilei, 16 May, 1637, ibidem…quel buon Padre della radica s’è partito all’improvviso… et io son restato senza la radica promessami…”.

  19. 19.

    A. Kircher, 1641, Magnes, sive de Arte Magnetica libri tres, Roma, ex Typographia Ludouici Grignani, digitized by ECHO.mpiwg-berlin, p. 737 “…Res industrium & solertem artificem, ut successum habeat, requirit; ego opus cum optimo successu expertus sum… quod machina vitrei carceris esset impatiens, libero autem aere facilè ab exigua aeris commotione à situ suo dimoreveatur… etsi flaccescente Sole & ipsu veluti marcidum & defesu nonnihil remoretur, quietem appetens; accedit Horologium huiusmodi vix mensem durare posse, etiam maxima diligentia cultum…”.

  20. 20.

    A. Kircher, ibidem,… nescio quo Numinis anno 1633 Massiliae, in Mercatorem Arabem incidi, quocum de varijs rebus Arabiam & mare Rubrum concernentibus aliquantis per collocutus, dum hora redeundi domum instaret, egoque ad horam explorandam Annulo meo horario uterer, is ex tam commodi atque & expediti Horarijusu singularem voluptatem capere visus est; cum igitur de horologijs in Arabia usitatis quaedam inquirere scitu haud indigna, respondit; Astronomos varijs instrumentis ad horam explorandam uti solere, inter caeteros Medicum esse celeberrimum, qui subsidio alicuius materiae perpetuò se convertentis ad Solem, horas invenieret noctu diuque…. Secum inter merces suas Aromaticas attulisse, atque pro Annulo illo se paratum esse aliquid ex ista materia commutare; dictum factum…”.

  21. 21.

    T. L. Hankins and R. J. Silverman, 1995, Instruments and the Imagination, Princeton Un. Press, Princeton, NY, pp. 31–32.

  22. 22.

    A. Kircher, 1641, Magnes, sive de Arte Magnetica libri tres, Roma, ex Typographia Ludouici Grignani, digitized by ECHO, p. 739, “…Invenio in Symbolis heroicis Sylvestri Petrasanctae simile sympathicum horologium a quodam Anglo Societatis nostrae Sacerdote Francisco Linnio in sphaera vitrea concinnatum, verum cum eius construendi rationem & methodum hucusque cognoscere mihi non licuerit, de eo meum quoque iudicium interponere…”.

  23. 23.

    G. P. Harsdöffer, 1651, Delitiae Mathematicae et physicae, Norimberga, 1651, quoted in T. L. Hankins and R. J. Silverman, 1995, Instruments and the Imagination, Princeton Un. Press, Princeton, NY, p. 34.

  24. 24.

    J. Kepler, 1868, Opera Omnia, vol I, Frankfurt/Erlangen 1868, p. 176, “Olim enim causam moventem planetas absolute animam esse credebam, quippe imbutus dogmatibus J. C. Scaligeri de motricibus intelligentiis. At cum perpenderem, hanc causam motricem debilitari cum distantia, lumen Solis etiam attenuari cum distantia a Sole: hinc conclusi vim hanc esse corporeum aliquid, si non proprie saltem aequivoce; sicut lumen dicimus esse aliquid corporeum. id est. speciem a corpore delapsam. sed immateriatam.

  25. 25.

    E. Torricelli, 1641, Letter to Galileo Galilei (post scriptum), 1 June 1641, in 1966, Le Opere di Galileo, vol. XVIII, G. Barbera ed., Firenze, “…Due nuove famose ci sono: la morte del Card Pio, e la stampa, aspettatissima già sono anni, del P. Atanasio Kircher. Questo è il Gesuita matematico di Roma. L'opera stampata è un volume assai grosso sopra la calamita; volume arricchito con una gran supelletile di bei rami. Sentirà astrolabii, horologii, anemoscopii, con una mano poi di vocaboli stravagantissimi. Fra l'altre cose vi sono moltissime carraffe e carraffoni, epigrammi, distici, epitafii, inscrittioni, parte in latino, parte in greco, parte in arabico, parte in hebraico et altre lingue. Fra le cose belle vi è, in partitura, quella musica che dice esser antidoto del veleno della tarantola. Basta: il S. r Nardi e Maggiotti et io habbiamo riso un pezzo”.

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Buonanno, R. (2014). Watches and Sunflowers Rotating Upon a Stationary Earth. In: The Stars of Galileo Galilei and the Universal Knowledge of Athanasius Kircher. Astrophysics and Space Science Library, vol 399. Springer, Cham. https://doi.org/10.1007/978-3-319-00300-9_2

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