Abstract
È vero che’l sistema Copernicano mette perturbazione nell’universo d’Aristotile: ma noi trattiamo dell’universo nostro, vero e reale. Quando poi la disparità d’essenza tra la Terra e i corpi celesti la vuol quest’autore inferire dall’incorruttibilità di quelli e corruttibilità di questa, in via d’Aristotile, dalla qual disparità concluda il moto dover esser del sole e delle fisse e l’immobilità della Terra, va vagando nel paralogismo, supponendo quel che è in quistione: perché Aristotile inferisce l’incorruttibilità dei corpi celesti dal moto, del quale si disputa se sia loro o della Terra. Della vanità poi di queste retoriche illazioni, se n’è parlato a bastanza.
Da G. Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi tolemaico e copernicano.
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Cini, M. (2006). Teorie fisiche, costanti empiriche e formulazioni matematiche. In: Elementi di Fisica Teorica. UNITEXT(). Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/88-470-0425-X_1
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