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Alberto Jannì è scomparso a Palermo il 26 marzo 2018 all’età di 89 anni. Nato a Ravanusa, nell’agrigentino il 22 dicembre 1928, ha vissuto una lunga esemplare vita di studioso, docente e medico a Catania, Messina e Palermo. Laureato a Palermo si è successivamente formato a Catania, alla prestigiosa Scuola di Luigi Condorelli, per seguire quindi a Messina Vittorio Scaffidi, sotto la cui guida conseguì la Libera docenza in Patologia Speciale Medica e Metodologia Clinica. A Messina, nei primi anni sessanta del novecento, la Facoltà Medica gli affidò, per incarico, l’insegnamento di Endocrinologia e Medicina Costituzionale, disciplina della quale deve essere considerato il fondatore in quella sede, come ricordato da una targa conferitagli dalla Società Italiana di Endocrinologia, in occasione del 38° Congresso nazionale di Taormina. A Messina, Jannì diede inizio al fruttuoso magistero che attrasse diversi giovanissimi alle tematiche culturali dell’Endocrinologia e del Metabolismo anche grazie alla pionieristica introduzione di nuove tecnologie medico-nucleari oltre che alla trasmissione di un solido sapere clinico e metodologico. Tornato a Palermo alla fine degli anni sessanta e dopo avere assunto per incarico l’insegnamento di Endocrinologia nell’Università, fu uno dei fondatori di una nuovissima realtà clinico-scientifica sorta in un vecchio sanatorio che, divenuto Ospedale Vincenzo Cervello, attivò alcune divisioni ospedaliere dirette anche da docenti universitari quali Ettore Cittadini, Luigi Pagliaro, Giuseppe Spina, Giovanni Bonsignore e da Egli stesso, oltre a Enrico Geraci e Francesco Caronia, tutte ispirate a modelli di innovazione scientifica e culturale oltre che clinico-assistenziale. La Divisione di Endocrinologia da Lui diretta, nella qualità di Professore di Endocrinologia, ha visto formarsi, in oltre un quarto di secolo, diverse generazioni di specialisti di tutta la Sicilia occidentale, molti dei quali hanno conseguito posizioni professionali e accademiche di rilievo. L’ Endocrinologia del Cervello ha presto raggiunto e mantenuto, grazie al Suo magistero, livelli di eccellenza nazionale ed anche internazionale, mercé l’impegno culturale e professionale dei numerosi allievi fra i quali spiccano Enrico Carmina, professore ordinario a Palermo, Jimmy D’Azzò, Suo immediato successore alla direzione della U.O., Marco Attard, prematuramente scomparso, Gianluigi Savoia e Piernicola Garofalo che ha raccolto il testimone alla guida dell’UO di Endocrinologia. L’impegno scientifico e clinico di Alberto Jannì ha spaziato in tutti i campi dell’Endocrinologia con attenzione particolare alla patologia tiroidea, all’andrologia, all’età di transizione, alla patologia ipotalamo-ipofisaria e sono da ricordarsi gli apporti alla definizione epidemiologica e patogenetica del gozzo endemico in Sicilia, integrati con quelli delle tre Università siciliane in un clima di reale interazione i cui frutti sono testimoniati dal Registro Regionale dei Tumori della Tiroide, unico in Italia. Alberto Jannì non è stato soltanto un endocrinologo di primissimo piano nel panorama nazionale. Si devono ricordare la Sua personalità di fine intellettuale con molteplici interessi culturali e umanistici, la costante ispirazione ai modelli culturali dei Suoi ammirati “compaesani” Pirandello e Sciascia, la naturale onestà e la tensione morale e civile che ce lo fanno semplicemente ricordare, con profondo rimpianto, come “una persona perbene”.