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Mutazioni germinali nel feocromocitoma non sindromico

Germ-line mutations in nonsyndromic pheochromocytoma

  • Novità in Endocrinologia
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L’Endocrinologo Aims and scope

Riassunto

Premessa

Il gruppo dei geni che predispongono al feocromocitoma, che include il proto-oncogene RET [associato alla neoplasia endocrina multipla tipo 2 (MEN-2)] e il gene onco-soppressore VHL (associato con la malattia di von Hippel-Lindau) comprende ora anche i geni di recente scoperta della subunità D (SDHD) e della subunità B (SDHB) della succinodeidrogenasi che predispongono i portatori allo sviluppo di feocromocitomi e di tumori glomici.

Abbiamo usato metodi molecolari per classificare un ampio gruppo di pazienti con feocromocitoma in rapporto alla presenza o assenza di mutazioni di uno di questi quattro geni e per valutare I’importanza dell’analisi genetica nella pratica clinica.

Metodi

sangue periferico prelevato da pazienti con feocromocitoma non imparentati, consenzienti e appartenenti ad un registro è stato testato per mutazioni di RET, VHL, SDHD e SDHB.

Sono stati valutati i dati clinici alla prima osservazione e durante il follow-up.

Risultati

Fra i 271 pazienti che si sono presentati con una feocromocitoma non sindromico e senza una storia familiare per la malattia, 66 (24%) sono stati trovati affetti da mutazioni (età media 25 anni; 32 uomini e 34 donne). Di questi 66, 30 avevano mutazioni del VHL, 13 di RET, 11 di SDHD e 12 di SDHB. Giovane età, tumori multipli e tumori extrasurrenalici erano significativamente associati con la presenza di una mutazione. Comunque, fra i 66 pazienti che erano affetti da mutazioni, solo 21 avevano feocromocitomi multipli. 23 (35%) hanno presentato la malattia dopo i 30 anni di età e 17 (8%) dopo i 40 anni. 61 (92%) dei pazienti con la mutazione sono stati identificati solo con l’analisi genetica di VHL, RET, SDHD e SDHB; questi pazienti non presentavano segni o sintomi associati.

Conclusioni

Almeno un quarto di pazienti con feocromocitoma apparentemente sporadico possono essere portatori di mutazioni; l’analisi sistematica per mutazioni di RET, VHL, SDHD e SDHB è indicata per l’identificazione delle sindromi associate a feocromocitoma che altrimenti sfuggirebbero alla diagnosi.

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Neumann, H.P., Bausch, B., McWhinney, S.R. et al. Mutazioni germinali nel feocromocitoma non sindromico. L’Endocrinologo 4, 40–42 (2003). https://doi.org/10.1007/BF03344445

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