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Alcune osservazioni circa la dottrina delle CAUSE GEOLOGICHE ATTUALI, esposta dal Sig. Lyell ne’ suoi ultimiPrincipii di geologia (1)

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Il Cimento

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  1. Vedi il fasc. Luglio-Agosto, dell’ antecedenle anno di questo Giornale, pag. 285.

  2. Compt. Rend. de l’ Acad. des sciences de Paris, tom. XVII. n. 9

  3. I Sigg. Verneuil e d’ Archiac hanno cercato a questl ultimi tempi di ristringere I’ idea generalmente ammessa circa I’ uniformitá di distribuzione delle specie animali paleozoiche, affermando che tali specie sono piú variate secondo i luoghi ed i climi di ció che ordinariamente si suppone, e che la creazione animate piu antica del Globo era aneora divisa, come quella d’ oggigiorno, in gruppi geografici. Nondimeno la differenza tra la distribuzione organica antica e la presente e cosí notevole, che il Sig. Verneuil medesimo ha dovuto convenire che i tipi a’ quali si riferiscono le specie organiche primitive presentano più uniformità che non si vede ne’tipi ora viventi, e che i gruppi delle creazioni antiche erano tanto meno distinti gli uni dagli altri quanto più il eiima era allora uniforme sul Globo. (Bull. de Id Soc. Géol. de France, tom. XIII. p. 250, e torn. II deux. ser, p. 572).

  4. Compt. Rend. cit.

  5. Bullet. de la Soc. Gèol. de France, torn. XIII. p. 25.

  6. Institut. num. 677.

  7. Bullet, cit. Il Sig. de Buch ha fatto recentemente osservare che i depositi di litantrace dello Spitzberg e dell’ isola agli Orsi appartengono alla formazione carbonifera Inferiore, cioé sottoposta al calore carbonifero (Institut. num. 677).

  8. Bullet. cit.

  9. Humboldt,Cosmos, Part. I, p. 319.

  10. Buckland,la Gèologic en rapport avec la theologie naturelle, Sect III, p. 294 in nota.

  11. Bullet. cit. tom. XIV.

  12. The quart journ. of the gèol, Soc. of London, n.° 1. fev. 1845.

  13. Institut; 3 luin 1846. Questa circostanza pone il suggello all’ etásecondaria de’ terreni nummulitici: poichéla distribuzione geologica delle medesime specie fossili a grandi distanze é un carattere che non conviene a’ terreni terziari, ma sí ai depositi piú anticbi di questi.

  14. Proceedings of R. Socety of London, Giugno 1835.

  15. Ved. Buckland,la Minéralogie et la Géologie dans leur rapports avcc la théologie naturelle, Tav 52, fig. 12 e 13.

  16. Questa medesima circostanza presents un altra grave difficoltá per ispiegare la vegetazione delle piante che si trovano sepolte ne’ terreni carboniferi polari. Le quali aveano bisogno non pure di un calore tropicale, ma doveano altresi essere esposte all’ azione della luce necessaria alla loro sussistenza. Nondimeno noi siamo in grado di potere comprendere la possibilitá di questo fatto. A parte delle giudiziose os servazioni, con le quali il Sig, Lyell ehiarisce questa difficoltá nella pag. 249 e segg. della sua opera, conviene aggiungere che la luce solare potea essere sostituita durante il tempo delle tenebre dalle aurore boreali, le quali senza dubbio doceano essere piú frequenti piú brillanti e di maggior durata di quelle de’ nostri giorni, poiché in que’ periodi antichi le forze dinamiche terrestri erano piú intense, ed i fisici hanno fatto conoscerc le inttae relazioni ehe ci ha tra la produzione della luce polare e le condizioni termometriche e magnetiche del nostro pianeta.I botanici looltre hanno potuto sostituire la luce artiflziale alia natarale per la vegetazioiie di certe piante, di che rendono fede i vegetabill delle miniere, de’ quali Humboldt ha parlato On dal 1790, e le sperienze di Decandolie e di altri (Boue, Bulk de la Soc. Géoh de Fran. deux.scr. lom. 1, p. 341 ).

  17. Humboldt,Cosmos tom. 1 pag. 30 della traduzione francese.

  18. Due celebri zoologi, cioé Blainville ed Agassiz non ammettono che gli avanzi di sopra citati appartengano a mammiferl.

  19. Si dice che ci ha qualche esempio eccezionale a questa regola. Ma esso non potrá mai distruggere il fatto generate, cioé che dai pesei all’ uomo ii volume del cervello va progressivamente aurnentando rispetto a quello del corpo (Ved. Milne Edwards,Cours Elémentaire de zoologie §. 342).

  20. A scanso di ogni equivoeo, convien dichiarare che se il cervello é I’ organo indispensabile all’ esercizio delle faccoltá fntellettuali, ció non pruova che quest’ organo medesimo é la sorgente del pensiero: not non possiamo comprendere come un organo materiale possa produrre in noi la faccollá che ci eleva alla conuscenza delie leggi che regolano gli astri, ed infino alla contemplazione del Supremo Autore della Natura. Per renderci ragione di questa faccoltá siamo obbligati di attribuirla ad un principio Immateriale. Ritegnamo dunque che il cervello é lo strumento ma non la causa della intelligenza.

  21. Anche qui é nacessario manifestare che I’intelligenze é una faccoltá distinta dallarazionalitá, la quale comprende la riflessione, ovvero la faccoltá dell’ astrazione. La prima é comune all’ uomo ed agli animali elevati, a quel modo che comune é ancora la loro organizzazione. La seconda faccoltá appartiene all’ uomo solamente, il quale perció é dimandatoanimate di ragione.

  22. Sallus tio,de bello Catilinario I.

  23. Divina Commedia, Purg. C. III. V. 37.

  24. Ammettendo pure questi fatti, non so poi comprendere come it Sig. Bucklaod per addurre un esempio di molluschi piú perfclti comparsi prima di altri di una organizzazione inferiore, clta i trachelipodi zbofagi, i quali nel periodo terziario hanno preso il poslo che occupavano nel periodo secondario l’ ordine piú elevato de’ cefalopodi carnivori, (la Gèologie en rapport avec la Thèologie naturelle,Sez. III.). Non si conoseono forse specie dibuccinum, dirostellaria, dipteroceras, dimurex, cerithium ec. nel pcriodo secondario ed aoche nel primario? Tutto quello si puó dire si é che in questi ultimi periodi hanno predominato i molluschi cefalopodi a confronto de’ trachelipodi carnivori. E nel periodo tcrziario é stato l’ opposto.

  25. I piú anlichi avanzi di pesci che si conoseono sono stati trovati negli strati siluri superiori. II sig. Murchison stabilisce la Ioro princtpale comparsa nel terreno devoniano, ch’ ei considera come il vivalo de’ pesci antichi.

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Pilla, L. Alcune osservazioni circa la dottrina delle CAUSE GEOLOGICHE ATTUALI, esposta dal Sig. Lyell ne’ suoi ultimiPrincipii di geologia (1). Cimento 5, 46–80 (1847). https://doi.org/10.1007/BF02919194

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  • DOI: https://doi.org/10.1007/BF02919194

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