Estratto
All’lstituto di medicina del Lavoro dell’Università di Trieste avevo la possibilità di venire in contatto con una grande varietà di persone e con un grande numero di problematiche. Da un lato, nell’ambito degli Ospedali Riuniti di Trieste, l’lstituto svolgeva funzioni di ricovero e cura non solo di pazienti affetti da malattie professionali, ma anche di quelli con ogni tipo di patologia: i medici dell’lstituto dovevano curare le persone ricoverate, e anche partecipare ai turni di guardia, sia diurni, sia notturni, come medici internisti per tutti gli altri reparti ospedalieri. Dall’altro, i medici dovevano ovviamente interessarsi di tutte le questioni di medicina del lavoro, non solo per quanto riguardava la diagnosi delle malattie professionali, ma anche e soprattutto per la prevenzione di queste malattie. Infatti gran parte dell’attività medica veniva svolta direttamente nei luoghi di lavoro; comportava indagini ambientali, volte a valutare i rischi chimici e fisici, e indagini epidemiologiche volte a valutare lo stato di salute o di malattia dei lavoratori, in rapporto ai rischi rilevati. Dunque il lavoro che svolgevo a Trieste era veramente complesso e interessante e per questo mi piaceva moltissimo, anche se a volte era molto faticoso. Faticose erano soprattutto le notti di guardia all’interno dell’Ospedale Maggiore di Trieste.
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(2008). Un attrattore strano. In: Il cancro e la ricerca del senso perduto. I blu. Springer, Milano. https://doi.org/10.1007/978-88-470-1074-1_3
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